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"Ma davvero devo scrivere? È poi sicuro che disponendo sulla carta quella mia incredibile vicenda ne trarrò qualche giovamento? 'Scrivi, scrivi', mi raccomanda Antonio, l'unico amico a cui sono riuscito a confidare la storia che da tre anni non mi lascia vivere né di giorno né di notte. 'Scrivi, scrivi!': è una parola! Non l'ho mai fatto. E poi non credo mi faccia bene raccontare una storia che non so cosa darei per dimenticare...". Con questo incipit "metanarrativo", Alessandro Castellari ci introduce nei suoi racconti, caratterizzati da ambientazioni tutte diverse tra loro e da una grande varietà di genere: alcuni realistici, altri fantastici; alcuni drammatici, altri quasi comici. Il tipo umano prevalente è quello dell'uomo adulto che si avvia a diventare un pover'uomo. Miglior figura fanno le donne, alle quali l'autore dedica l'unica storia vera, una storia del dodicesimo secolo, quella della grande Eloisa, alunna, moglie, amante di Abelardo.